Faber: mobilitazione a oltranza contro la chiusura
Prosegue senza sosta la mobilitazione dei lavoratori della Faber di Fossato di Vico, dopo che la multinazionale Franke, proprietaria dell’azienda umbra, ha annunciato l’intenzione di chiudere il sito produttivo mettendo letteralmente sulla strada 190 dipendenti.
“Si tratta quasi esclusivamente di giovani e in buona parte di donne”, spiega Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell’Umbria, che oggi ha incontrato, insieme ad alcuni rappresentanti della Camera del Lavoro di Perugia, le maestranze della Faber, in sciopero a oltranza e in presidio permanente, nonostante il grande freddo, giorno e notte, davanti alla fabbrica. “Siamo qui – ha detto Bravi – anche per ribadire che non accettiamo l’atteggiamento della multinazionale svizzera che vuole procedere ad una delocalizzazione selvaggia e ingiustificata, visto che questa è un’azienda di qualità che ha mercato e per la quale, fino a poco tempo fa, si progettavano investimenti”.
Bravi ha sottolineato anche come questa nuova vertenza si vada a inserire in un quadro già drammatico per il territorio dell’Appennino umbro, dove, ha osservato il segretario della Cgil, “la vertenza Merloni è tutt’altro che chiusa e altri settori, come l’edilizia e la ceramica, sono in fortissima sofferenza”.
Pertanto, dalla Cgil arriva un appello alle istituzioni, non solo umbre, ma anche marchigiane (la Faber ha infatti una sede a Sassoferrato, in provincia di Ancona), affinché rispondere compatte a questa nuova offensiva portata al tessuto industriale dell’Umbria e del centro Italia, per evitare che, ha osservato ancora il sindacalista, “l’azienda tenti di mettere i lavoratori di Sassoferrato, contro quelli di Fossato”.“Deve essere chiaro – ha concluso Bravi – che questo è solo l’inizio di una mobilitazione che continuerà per far tornare la multinazionale sui suoi passi e difendere il futuro di un’azienda, di centinaia di famiglie e di un intero territorio”.