La vera priorità per l’Umbria: un Piano per il Lavoro
Intervenendo alla Conferenza Regionale del Lavoro del PD a Perugia, il Segretario Generale della CGIL dell’Umbria Mario Bravi ha sottolineato l’esigenza, anche dopo la riuscita dello sciopero generale e della manifestazione del 6 maggio a Terni, di allargare un’iniziativa ampia e unitaria che modifichi profondamente la politica economica e sociale del Paese, che ha bisogno di una svolta profonda per affrontare i nodi dello sviluppo e del lavoro.
“Ormai è evidente a tutti che questo Governo ha danneggiato il Paese e l’Umbria e questo richiede un’analisi coerente da parte di tutte le forze sociali. Basta pensare che ora anche la Confindustria dice che occorre reagire al declino.
Noi, che, inascoltati, lo sostenevamo da tempo invitiamo tutti, a partire dagli imprenditori e rivolgendoci anche al centro-sinistra a svolgere una riflessione profonda sapendo che la modernizzazione del Paese non passa attraverso il modello Marchionne, non passa attraverso il modello contrattuale di gennaio 2009 e tutti dovrebbero sottolineare a partire dalle forze politiche democratiche, che il lavoro non è una variabile dipendente e che la modernizzazione non passa attraverso il pensiero unico e la compressione dei diritti del mondo del lavoro.
Per questo invitiamo a reagire e crediamo che tute le forze sociali ed imprenditoriali dovrebbero esplicitare in maniera più netta la loro critica uscendo dalla fase del balbettio fine a se stesso. E’ chiaro a tutti che questo è un Governo pericoloso per il Paese e per l’Umbria, e su questo versante è necessaria un’azione più incisiva.
Un’azione più incisiva in Italia ed in Umbria.Per quanto riguarda la nostra regione è utile che ci sia un aggiornamento dell’analisi evitando tutte le letture edulcoranti. Nella nostra regione la crisi dal punto di vista del lavoro è tutt’altro che conclusa, anzi stiamo affrontando uno dei momenti più delicati e difficili e questo per più ragioni. Abbiamo già perso 10mila posti di lavoro.
I dati sulla Cassa Integrazione ci dicono che abbiamo oltre 27mila lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione di cui oltre 13mila a zero ore, con una tendenza in crescita e 2/3 del totale interessati alla cassa i deroga. In un settore importante come quello dell’edilizia il numero delle ore lavorate è diminuito del 24%.
In una realtà delicata e centrale come quella della Thyssen abbiamo denunciato il grave comportamento della multinazionale tedesca, la mancanza di informazione sul progetto industriale, e nel ribadire che il comparto è strategico e il polo siderurgico è una questione nazionale e del tutto centrale per l’Umbria rivendichiamo un ruolo forte da parte del governo nazionale per quanto riguarda la politica industriale. E inoltre sono aperte tante vertenze industriali di assoluta valenza, come quella del polo chimico ternano e come quella dell’Antonio Merloni, dove la proroga della CIG, per quanto importante, se non accompagnata da risposte precise sul progetto industriale – di cui ad oggi non c’è assolutamente traccia – resta insufficiente e mette in evidenza l’assenza totale del governo nazionale su una delle più grandi vertenze industriali del paese, che porta con sé la crisi di tutta la fascia appenninica da Nocera Umbra a Gualdo Tadino a Gubbio. E, inoltre, come se non bastasse, c’è un taglio continuo e costante sulle politiche di welfare e di coesione sociale che rischia di allentare il binomio tra sviluppo e coesione sociale. Per tutti questi motivi occorre non solo aggiornare l’analisi, ma reagire per contrastare anche qui nella nostra regione la politica economica e sociale del governo e costruire un Piano per il Lavoro vero che dia risposte ai diritti dei giovani dei precari e delle donne”.
30 maggio 2011
Mario Bravi Segretario generale CGIL Umbria